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Convegno Diffuso “La città in campagna e la campagna in città” 13/17settembre 2016 San Venanzo (Terni)

 
Quarta edizione “Architettura e Natura 2016,
Premio Simonetta Bastelli” manifestazione organizzata
dall’Associazione culturale “Architetto Simonetta Bastelli”
Claudia Sardella
Dipartimento DiAP, Università La Sapienza di Roma
 
Abstract
Un Convegno Internazionale diffuso, nelle diverse giornate e in diverse frazioni comunali, in cui
si è dibattuto sulle interazioni ed interrelazioni tra il sistema campagna ed il sistema città nella
più ampia cornice del rapporto tra Architettura e Natura, momenti di incontro e discussione che

hanno permesso di dialogare su questo tema che sta assumendo una importanza sempre maggiore a livello politico oltre che culturale ed accademico.

Il Convegno, così come tutta la manifestazione, ha assunto una rilevanza internazionale sempre maggiore, grazie alla sua formula attiva e partecipata ed al valore degli interventi. Un discorso tra il teorico e l’applicativo: un laboratorio generale di dibattito sui temi dell’architettura
del paesaggio, ma che in più diviene applicazione specifica attraverso un workshop che affronta temi che scaturiscono dal territorio stesso.
 
Parole chiave
Architettura del Paesaggio, workshop stanziale, convegno diffuso, paesaggio futuro.
 
Abstract
An International Conference widespread in different days and in different municipal villages,
where is debated on the interactions and interrelationships between rural system and the urban
system within the broader framework of the relationship between architecture and nature. It was
a moment of encounter and discussion that allowed to dialogue on this issue that is becoming increasingly important at the political level as well as cultural and academic.
The Conference, as well as the whole event, has assumed increasing international importance,
thanks to its active and participatory formula and the value of the interventions. A discourse between theory and application: a general debate on the laboratory of landscape themes, but which
becomes more specific application through a workshop that addresses issues arising from the
territory itself.
 
Keywords
Landscape architecture, sedentary workshops, widespread convention, future landscape.
 
Received: October 2016 / Accepted: October 2016
© The Author(s) 2016. This is an open access article distributed under the terms of the Creative Commons
Attribution-ShareAlike 4.0 International License (CC BY-SA 4.0). If you remix, transform, or build upon the material,
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DOI: 10.13128/RV-19378 – www.fupress.net/index.php/ri-vista/
 
 
Si è concluso questo 17 settembre, con il Forum conclusivo, il convegno che si è svolto in Umbria nel comune di San Venanzo. Una settimana di dibattiti legati ai temi del paesaggio e con riferimento diretto soprattutto al luogo che ha ospitato la manifestazione. L’iniziativa, che ruota principalmente intorno al Pre-mio Internazionale Simonetta Bastelli, è composta anche da un Workshop e da altre attività artistiche e culturali che hanno visto la partecipazione attiva di molte personalità dell’architettura del paesaggio. Un Convegno Internazionale diffuso, nelle diverse giornate e in diverse frazioni comunali, in cui si è dibattuto sulle interazioni ed interrelazioni tra il sistema campagna ed il sistema città nella più ampia cornice del rapporto tra Architettura e Natura; momenti di incontro e discussione che hanno permesso di dialogare su questo tema che sta assumendo una importanza sempre maggiore a livello politico oltre che culturale ed accademico. Il Convegno, così come tutta la manifestazione, ha assunto una rilevanza internazionale sempre maggiore, grazie alla sua formula attiva e partecipata ed al valore degli interventi. Siamo alla IV edizione e il tema comune dei convegni sino ad oggi è sempre stato Per la città futura. Nella I edizione il convegno ha affrontato lo stretto legame tra natura e architettura (Ippolito, 2014), con l’importante contributo di nomi di spicco internazionale come Jordi Bellmunt, paesaggista e direttore della Biennale del Paesaggio di Barcellona, e Konstantinos Moraitis, professore presso il Politecnico di Atene. Fin dall’antichità l’elemento architettonico ha dialogato con quello naturale: il rapporto tra architettura e natura, nella progettazione, è elemento fondamentale del paesaggio antropico. Tale connessione può avvenire in vario modo: attraverso un edificio con l’involucro interamente ricoperto di vegetazione; con un giardino in copertura; con l’inserimento degli elementi naturali negli spazi interni dell’edificio stesso; ma anche con una completa e corretta progettazione degli spazi esterni. L’apporto della natura in un contesto analizzato e ben identificato, offre molte possibilità di sviluppo. L’architettura può e deve necessariamente comunicare con la natura, solo attraverso un dialogo intenso tra questi due elementi si può immaginare uno scenario nuovo che sappia guardare oltre le problematiche attuali e che sappia dare soluzioni: l’architettura diventa na-tura e la natura, architettura. Durante il secondo convegno (Ippolito, 2015) è sta-to esaltato il rilevante valore politico delle strategie di intervento nel paesaggio attraverso un aperto di-battito fra chi è maggiormente a contatto con il territorio, amministrativamente e/o progettualmente. Hanno partecipato oltre al sindaco, assessori comunali e regionali, rappresentanti degli ordini di Roma, Terni e Perugia, ma tre interventi sono stati i veri punti di riferimento dell’intero convegno, in primis la lectio magistralis di Franco Zagari che ha elaborato ulteriormente i contenuti della sua lettera aperta. Interessante, particolare ed estremamente significativo il contributo delle personalità invitate: dalle parole ai fatti.

La sezione dei progetti, con le opere, realizzate in diversi paesi, sintetizza il dualismo tra teoria e prassi, ogni progetto presentato rappresenta un apporto scientifico operativo: dall’architetto paesaggista Paolo Bürgi, importante punto di riferimento nel panorama internazionale; al presidente di Uni-scape, il prof. Juan Manuel Palerm Salazar che ha mostrato i progetti del suo prestigioso studio Palerm & Tabares de Nava; e con Victor Ténez Ybern, l’architetto paesaggista che è stato anche coordinatore della progettazione dell’Area Metropolitana di Barcellona. 

Tema conduttore del terzo convegno è stato il pro-getto dello spazio pubblico, con particolare riferimento alla questione dell’identità dei luoghi (Ippolito, 2016). La piazza, spazio pubblico per antonomasia della città storica, si identifica nella città con-temporanea in nuovi paradigmi sociali e spaziali. Sono nuovi luoghi e spazi dello stare, che sfuggono a definizioni precise, luoghi ibridi, a cavallo tra piazza o parco, strada o percorso lineare, infrastruttura o giardino. Sono quei luoghi dove persone diverse e con diverse identità interagiscono, si relazionano, o dove semplicemente la gente si muove, spazi di attraversamento. Emerge nei diversi autori una prospettiva comune ed un sentimento condiviso sulla questione del paesaggio, una ipotesi ottimistica di azione nella città contemporanea a partire dalla riqualificazione dello spazio pubblico, dall’identità dei luoghi e dalla centralità dell’uomo rispetto al progetto urbano. 

 Ospite di rilevanza è stato il botanico e architetto del paesaggio Herni Bava della scuola nazionale di architettura del paesaggio di Versailles.Anche quest’anno non sono mancate numerose personalità italiane e rappresentanti internazionali, tra i quali l’architetto paesaggista portoghese João Ferreira Nunes dello Studio di Architettura Paesaggista PROAP di Lisbona e Perry Maas, paesaggista del prestigioso studio West8, Urban Design & Land-scape Architecture di Rotterdam1. Il Convegno si è articolato in cinque giornate, tra il 13 ed il 17 settembre, con l’apertura dei lavori dell’architetto Franco Zagari alla presenza dei rappresentanti degli ordini degli architetti di Roma, Terni e Perugia

Cosa vuol dire ‘progettare un paesaggio’? Quale forza demiurgica dovrebbe essere richiesta per un’impresa simile e a quali e quanti soggetti potrebbe essere concessa? Uno, mille, centomila? O forse nessuno? Chi potrebbe avere la forza di ricreare artificialmente quella naturale attitudine che è sempre stata nel corso normale delle cose, seguendo un cammino più o meno ordinato di lenta selezione e sedimentazione, con varie gamme di affinità, fino a raggiungere in alcuni casi punte di eccellenza? La risposta che il paesaggio dà in quanto progetto è quella di un approccio che oggi è particolarmente interessante da approfondire: lavora su sistemi, relazioni, caratteri, reti intelligenti e potenzialmente dimostra una forte vocazione a sostenere strategie di riqualificazione anche sofisticate, in particola-re quelle di riorganizzazione e di nuova finalizzazione dell’intervento pubblico. (Zagari, 2016, p. 12)

Il Mercoledì si è tenuta la lectio magistralis di João Ferreira Nunes che ha raccontato come un intervento nel paesaggio si generi a partire dall’interpretazione delle sue regole e dei suoi meccanismi di funzionamento, e di quanto il paesaggio sia fondamentale per permettere di decifrare i processi che si sviluppano in un certo momento storico e in determinato luogo. Si è parlato, nella prima sessione, di ‘Re-te e Sistemi’, mentre il giovedì e venerdì si è entrati nel vivo del dibattito, con la discussione su ‘La città in campagna’ e ‘La campagna in città’. Il Venerdì, inoltre, sono stati presentati gli atti del III Convegno.Oramai alla quarta edizione si può affermare che San Venanzo è diventato un laboratorio di architettura del paesaggio, forse l’unico vero in Italia. 

I convegni diffusi di questo tipo non sono una novità, co-me ad esempio il Colloquio Internazionale sul paesaggio che si svolge a Roma ed è alla sua nona edizione, ma un’intera settimana di discussione tra cittadini, accademici, professionisti di alta qualifica e dottorandi che lavorano e si confrontano sul-le problematiche del territorio, è un evento eccezionale. Quest’anno alla discussione si sono aggiunte le Fondazioni, Benetton, Collodi, il Fai, attente alle azioni sul paesaggio e sul territorio.Un discorso tra il teorico e l’applicativo: un laborato-rio generale di dibattito sui temi dell’architettura del paesaggio, ma che in più diviene applicazione specifica attraverso un workshop che affronta temi che scaturiscono dal territorio stesso. Ricordiamo che l’intero evento Architettura e Natura è nato intorno a un premio di architettura per il paesaggio, non è un convegno, non è un premio non è un workshop ma tutto insieme, in cui si punta non solo all’architettura del paesaggio ma anche alla cultura, all’arte, alle mostre ed installazioni. 

 Numerose sono ormai le opere scultoree e ambientali realizzate ogni an-no dagli artisti che partecipano alla settimana di di-battito che donano poi alla cittadinanza e che si aggiungono alla collezione nei giardini della Villa Faina. Quest’anno il tema affrontato era difficile e fraintendibile, non si tratta di rapporto città campagna, non di periurbano, né della delimitazione tra città e campagna, né di dualismo tra queste ultime ma di valori della città in campagna e viceversa, il tutto sperimentato in un posto con strane caratteristiche: una cittadina piccola e diffusa con numerose frazione dalla conformazione stellare, in cui i casali demaniali costituiscono la rete. Il termine valori, in quest’ottica, è da definire co-me valori ideali e di carattere teorico che devono necessariamente passare a valori pratici: ad esempio

Anna Zahonero Xifrè dell’Università Politecnica della Catalogna, invitata a presentare la quarta edizione a Roma nel mese di marzo, sostiene:

Oggi i progetti di paesaggio tendono a superare la visione di sviluppo auto centrato allargando gli orizzonti verso le altre comunità viventi […] Aree ad alta naturalità, buffer, corridoi ecologici, aree puntiformi rappresentano oggigiorno uno strumento straordinario per sperimentare metodologie progettuali capaci di integrare diversi ambiti disciplinari per la co-struzione del nuovo habitat umano. (Zahonero Xifrè, 2016).
Questa citazione sintetizza al meglio la tematica affrontata durante i lavori.

Al convegno del Sabato si sono svolti i lavori del Forum conclusivo, con l’apertura di Catiuscia Marini (Presidente Regione Umbria), Marsilio Marinelli (Sindaco di San Venanzo), del prof. Franco Moriconi (Rettore dell’Università degli studi di Perugia) e della prof.ssa Annamaria Giovenale, Preside della Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma. Momento di alto interesse culturale è stata la conferenza di Perry Maas, che ha presentato i lavori lo studio West. 

Durante il pomeriggio del convegno sono state effettuate anche le valutazioni e premiazioni dei lavori del Workshop che quest’anno aveva per tema la valorizzazione dei casali demaniali all’interno dell’area del Monte Peglia e in particolare del parco dei Sette Frati. La giuria2 è stata chiamata a giudicare i lavori di cinque differenti gruppi i cui progetti erano incentrati sul rapporto campagna-città e viceversa, tra i casali e le frazioni comunali, all’interno del contesto naturalistico del monte Peglia. Ad ogni gruppo di lavoro è stato assegnato un tutor con cui i gruppi hanno sviluppato un pro-getto contenente una serie di interventi possibili per la valorizzazione dell’area. Il lavoro premiato è stato quello del gruppo coordinato da Cristiana Costanzo, dal titolo Linking. 

Tantissimi sono stati, inoltre, gli eventi collaterali ad Architettura e Natura 2016 rivolti ai partecipanti ed al pubblico presente. L’opera scultorea di Roberto Domiziani, una stele in pietra lavica decorata, installata nello storico giardino di villa Faina ed inaugurata assieme all’installazione permanente di Li-dia Scalzo dedicata alle Fiabe italiane di Calvino.Altra occasione di grande interesse per i partecipanti ed il pubblico presente riguarda le mostre, oltre a quella dei progetti pervenuti per il premio, la mostra collettiva dal titolo Interno di Paesaggio, curata da Romina Guidelli che ha come filo conduttore Carlo Prati, con la mostra dal titolo Terso Paesaggio, ha presentato una selezione di collage e disegni di architettura dedicati al rapporto tra natura e progetto nella metropoli contemporanea. Inoltre l’esposizione dei progetti che hanno partecipato alla VI edizione del Festival del Verde e del Paesaggio presso l’Auditorium di Roma nelle sezioni avventure creative i giardini della curiosità e balconi per Roma.

Infine, si è tenuto l’Atelier naturale Cinema e Giardini, a cura di Laura Falqui, con la presentazione di alcune sequenze tratte da film famosi con il giardino come protagonista, tra cui le opere di Agnieszka Holland e Peter Greenway. Hanno riscosso interesse anche l’istallazione temporanea di Matteo Benvenuti, la Fattoria verticale auto-sufficiente dal pun-to di vista energetico e non inquinante, ed il Giardino botanico progettato da Chiara Sottosanti con il vivaio Torsanlorenzo e realizzato con materiali naturali e di riciclo.

Esposizione " Interno di Paesaggio"

Gerardo Marazzi

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